Fabbri editori 1987/2000
a cura di Giulia Regoliosi
Fare una biografia di un personaggio così controverso e sfuggente era sicuramente un’impresa difficile. L’autore parte dalla presentazione di bizzarre dicerie sulla formazione del procuratore di Giudea per poi tentare di ricostruirne la storia precedente la carica con i pochi dati storici disponibili.
Dopo una carrellata sulla situazione della Palestina e i suoi rapporti con Roma, ed un capitolo sull’impero all’epoca di Tiberio, si giunge al punto fondamentale, il rapporto con Gesù. Qui entrano in gioco Vangeli apocrifi, ipotesi (sembra che…) e citazioni evangeliche, a volte interpretate in modo discutibile. Un paio di esempi. In Giov. 12, 20 segg. Gesù viene interpellato da Filippo, apostolo d’origine ellenista, che vuole fargli incontrare dei Greci. Come osserva Benedetto XVI nella seconda parte di Gesù di Nazaret (pagg. 29-30), Gesù non accoglie la richiesta e prosegue una conversazione strettamente confidenziale con gli apostoli. Gurgo invece ritiene che il discorso di Gesù successivo alla richiesta di Filippo sia rivolto ai Greci, che peraltro non erano in grado di comprenderlo, e ne trae l’idea che l’essersi intrattenuto con persone impure proprio nei pressi del Tempio sia stato uno dei motivi dell’avversione dei capi ebrei. Quanto alla cacciata dei mercanti dal Tempio, sarebbe stata la causa dell’odio dell’ex-sommo sacerdote Anna, la cui famiglia avrebbe gestito o taglieggiato tale commercio. Due interpretazioni, come si vede, discutibili, proprio sull’aspetto fondamentale dell’opposizione a Gesù dell’establishment giudaico. Più interessante l’interpretazione riguardante Barabba: Gurgo ritiene che si trattasse di una sorta di patriota rivoluzionario (d’accordo in questo con Benedetto XVI, op. cit. I parte, pagg.63-64 e II parte, pagg. 220 segg.) e che sia stata una scelta improvvida quella di Pilato di porlo in alternativa a Gesù: sicuramente il popolo avrebbe preferito il proprio campione.
Sulla storia di Pilato dopo la condanna di Gesù sono citate diverse leggende e vari testi formatisi nei secoli successivi. Un’ampia nota (152) riporta la posizione della critica sui reali rapporti fra Pilato e Tiberio, e in particolare sull’esistenza di una relazione di Pilato a Tiberio a proposito del processo e sulla presa di posizione di Tiberio in senato. La questione è discussa in modo interessante (rileviamo solo che l’autore considera Marta Sordi un uomo!).
In conclusione: il valore complessivo della biografia non è altissimo, ma qualche aspetto, se letto con cognizione di causa, illumina elementi della vicenda poco noti.