Numerose opere o serie trovano la loro ambientazione nella città di Pompei:
Danila Comastri Montanari, Ars moriendi: indagine a Pompei, Hobby & Work, 2003
Robert Harris, Pompeii, 2003, tr. it. Pompei, Mondadori 2003, anche in ed. tascabile
Albert A. Bell jr, All roads lead to murder – a case from the Notebooks of Plinythe Younger, 2002
Caroline Lawrence, The Roman Mysteries.
Arthur Crane, Veneno absumi Pompeis, 2004, tr. it. I veleni di Pompei, Robin Edizioni, 2006
Nino Marino, Rosso pompeiano, ed. L’Airone, 2005
Cristina Rodríguez, Les mystères de Pompéi, 2008
Robert Colton, Pompeii – A tale of murder in ancient Rome, USA 2012
Marinella Gagliardi Santi, Defixiones – il mistero delle tavolette magiche, 2012
Ars moriendi: indagine a Pompei, Hobby & Work, 2003
Il titolo, costruito sull’ovidiano ars amandi una citazione del quale apre il libro, è completato con l’indicazione del luogo in cui la vicenda si svolge, luogo evidentemente caro all’autrice che ne fa oggetto di dedica: a tutti coloro che si battono contro il tempo, l’incuria, i furti, i vandalismi e l’esiguità di risorse economiche per studiare Pompei e tramandarla ai posteri. Come in Saturnalia, quindi, c’è qui un elemento battagliero e polemico: in questo caso, anzi, tale elemento sembra essere il motivo dell’ambientazione a Pompei, in aggiunta al desiderio di sfruttare graffiti e dipinti citandoli abbondantemente e di liberarsi di personaggi inseriti in precedenza.
Infatti la vicenda è ambientata immediatamente dopo Saturnalia, tanto che Pomponia risente ancora della caduta avvenuta in quel libro; un’ulteriore ambientazione a Roma avrebbe richiesto la prosecuzione della storia dei piccoli schiavi, o almeno la loro comparsa. Come già più volte si è detto, l’autrice evita invece assolutamente di creare legami che modifichino i personaggi: anche le vicende amorose di Aurelio non durano più di un libro; è quindi necessario, se le storie sono troppo vicine, cambiare luoghi. Del resto è essenziale stringere i tempi, perché Aurelio non può invecchiare decisamente, l’imperatore deve essere sempre Claudio, suo amico, ed è probabilmente preferita come imperatrice Messalina, con i pettegolezzi che si porta dietro, piuttosto che Agrippina con tutte le complicazioni familiari e dinastiche. Così i personaggi restano stereotipi, anche se l’atmosfera di Pompei, su cui l’autrice sente pesare il futuro destino di distruzione, influisce sul protagonista, che indulge in riflessioni malinconiche. Il plot è complicato e piuttosto noioso, con il continuo riepilogare dei possibili colpevoli; bizzarra la scelta amorosa di una criminale sadica; tuttavia il movente dell’omicidio è ben ideato.
Pompeii, 2003, tr. it. Pompei, Mondadori 2003, anche in ed. tascabile
Il romanziere inglese ambienta il suo giallo a Pompei all’epoca dell’eruzione del Vesuvio, ma in realtà il grandioso, affascinante protagonista dell’opera non è il vulcano e nemmeno la città, ma l’acquedotto, l’Aqua Augusta voluta da Agrippa che si snoda attraverso la Campania. M. Attilio, il nuovo aquarius in sostituzione del predecessore misteriosamente scomparso, appartiene ad una famiglia da sempre dedicata alla costruzione e al controllo degli acquedotti: attraverso di lui siamo portati ad appassionarci a queste opere dell’ingegneria romana, e a cogliere l’importanza estrema (anche il plot è in fondo incentrato su questo) dell’acqua nella vita delle città e nel prestigio dei ricchi basato sui vivai di pesci e sulle terme. La crisi dell’acquedotto, che ha avuto un guasto alle pendici del Vesuvio, porta Attilio a trasferirsi da Miseno, dove sorveglia la grande cisterna Piscina Mirabilis, a Pompei: la ricerca del guasto si mischia con gli interessi di nuovi ricchi, con una vicenda amorosa, con l’incombere di segni che preannunciano fenomeni tellurici gravi e con macchinazioni omicide. Fra i personaggi spicca Plinio il Vecchio, scienziato curioso e uomo malinconico, accompagnato dal giovane scialbo nipote. La descrizione dell’eruzione è efficace, come pure la conclusione che vede la salvezza dei due innamorati raccontata come uno degli incredibili prodigi tramandati popolarmente; ma ribadiamo che il fascino del libro risiede nella passione con cui è fatto vivere l’acquedotto.
All roads lead to murder – a case from the Notebooks of Pliny the Younger, 2002
L’autore è un professore di storia americano, al suo primo giallo d’ambientazione romana, probabilmente l’inizio di una serie. Come si vede dal sottotitolo, il protagonista e io narrante è Plinio il Giovane, in viaggio in Asia Minore in compagnia di Tacito (nuovamente la scelta dell’epoca dà ragione alla Comastri Montanari). L’aspetto più curioso dell’opera risiede proprio nei due protagonisti: Plinio è il detective, in parte per impegno socio/politico in parte per amore; Tacito, sboccato e donnaiolo, gli fa a malincuore da spalla. Difficilmente ci saremmo aspettati questi ruoli: caso mai un Tacito/Holmes riflessivo e diffidente e un Plinio/Watson-Hastings un po’ ingenuo. Ma tant’è. L’epoca è successiva all’eruzione del Vesuvio: Plinio racconta ampiamente la storia di Pompei e della morte di Plinio il Vecchio, di cui conserva devoto affetto e copiose note scientifiche, nel corso della vicenda. In questa ha importante spazio la comunità cristiana (probabilmente su ispirazione della celebre lettera a Traiano) e in particolare il personaggio di S. Luca, che figura come medico e come autore del terzo Vangelo. Il plot è nel complesso piuttosto esile e prevedibile, mentre la vicenda amorosa e quella politica difficilmente potrebbero avere seguito in altri libri della serie, data la notorietà del protagonista.
The secret of Vesuvius, 2001, tr. it. I segreti del Vesuvio, Piemme junior 2004
Il testo fa parte di una trilogia The Roman Mysteries, composta da tre libri di cui il II ambientato a Pompei
- The thieves of Ostia, 2001, tr. it. I ladri di Ostia, Piemme junior 2004
- The secret of Vesuvius, 2001, tr. it. I segreti del Vesuvio, Piemme junior 2004
- Bread and Circuses, in The Mammoth Book of Roman Whodunnits, 2003, pagg. 282-320.
Protagonista è una bambina di dieci anni, Flavia Gemina, che vive ad Ostia affidata ad un pedagogo greco: infatti la madre è morta e il padre è spesso in viaggio. Con lei studiano e vivono avventure altri ragazzi incontrati nel primo libro della serie: un ebreo cristiano di nome Jonathan, una ex-schiava africana chiamata Nubia e un ex-mendicante muto di nome Lupus. Inoltre l’intera famiglia di Jonathan è coinvolta nelle vicende: il padre Mordecai, un abile medico, e la sorella maggiore Miriam, che nel secondo libro si fidanza con lo zio di Flavia.
Nel primo libro, in cui si presentano i personaggi, l’indagine parte dall’uccisione o scomparsa di alcuni cagnolini per giungere a sventare un furto ai danni di un ricco mercante.
Nel secondo tutti i personaggi si trasferiscono a Pompei: l’indagine, esilissima, s’incentra intorno ad un indovinello che porta ad una parola chiave della comunità cristiana; ma essenzialmente il romanzo racconta l’eruzione del Vesuvio e la morte di Plinio, divenuto amico della piccola Flavia. Il racconto è ambientato pochi mesi dopo: Flavia ricorda di aver trovato in uno scritto di Plinio andato perduto nell’eruzione la parola detective (?? forse detector?) che ha scelto per definire la sua abilità di investigatrice. L’indagine parte dal furto continuato di pane in una bottega di fornaio e giunge all’agape di una comunità cristiana: tramite dell’indagine è il famoso palindromo sator arepo tenet opera rotas interpretato secondo la nota ipotesi di un messaggio-chiave cristiano: sembra chiaro che l’interesse dell’autrice per il Cristianesimo primitivo tende a prevalere anche sulla detection.
Negli originali c’è un blando intento didascalico, che l’editrice italiana ha fortemente accentuato aggiungendo rubriche sugli usi e costumi romani. I plots sono gradevoli, il linguaggio scorrevole, i personaggi simpatici e ben caratterizzati.
Veneno absumi Pompeis, 2004, tr. it. I veleni di Pompei, Robin Edizioni, 2006
L’editrice italiana pubblica una serie intitolata I luoghi del delitto, comprendente una trentina di gialli, a volte singoli, a volte raggruppati in miniserie, caratterizzati da un’introduzione relativa al luogo (nel nostro caso anche all’epoca) di ambientazione. Il giallo che presentiamo dovrebbe essere il primo di una miniserie (sottotitolo Le inchieste di Meleagro 1) ambientata a Pompei e con lo stesso protagonista. L’autore è un giovane archeologo americano che trae spunto da alcune fonti: diverse iscrizioni pompeiane (puntualmente citate dal CIL), un passo di Seneca sul terremoto del 62 e vari riferimenti tacitiani, in particolare alla fattucchiera Locusta. La storia è ambientata appunto nei giorni del terremoto e s’incentra su alcuni delitti legati a intrighi politici ed economici; il protagonista è un losco figuro, in passato legato a Nerone e poi trasferito a Pompei dove vive sotto falso nome di imbrogli ed espedienti, intercalati da riflessioni filosofiche e oscure visioni. La soluzione della vicenda avviene nel corso di una festa in onore di Nerone e Poppea, organizzata da Meleagro che mette in scena un processo culminante con un suicidio e una condanna.
Il personaggio risulta eccessivamente carico di elementi contraddittori, ma può incontrare interesse. Il plot è discreto, lo stile piuttosto barocco, con similitudini francamente strampalate, l’ambientazione pedante con parecchie cadute nelle desinenze latine.
Cum Grano Salis, 2005, tr. it. Il ventre di Pompei – Meleagro e la ricetta assassina, 2007
Il secondo titolo della serie accentua gli aspetti deteriori del primo: protagonista molto più sgradevole e ancor meno credibile, un eccesso di informazioni didascaliche (ricordiamo che la serie generale si chiama I luoghi del delitto, con netta prevalenza dell’ambientazione), insistenza su sesso, turpiloquio e flatulenze (appena giustificabile con i riferimenti ai graffiti pompeiani), latino approssimativo. Ma mentre nel primo il plot e il suo scioglimento valevano la pena, qui il plot è confusissimo, con inutili effettacci (teste mozzate, cadaveri squartati, chissà perché) e spiegazioni che lasciano il tempo che trovano.
Per la cronaca: tutto si incentra su una ricetta segreta di Apicio promessa in regalo al cuoco vincitore di una gara.
Rosso pompeiano, ed. L’Airone, 2005
L’autore è un non specialista del mondo antico: ha scritto testi teatrali, sceneggiature, fiction televisive ed è stato anche conduttore di trasmissioni TV. Scrive un giallo svelto e bel leggibile, dal plot piuttosto semplice, qualche saccenteria di troppo (non riesco più a leggere come si fa il garum o con che cosa lavano i lavandai) e un’impostazione interessante: il racconto in prima persona (del detective, un piccolo magistrato che punta alla rielezione) si svolge al presente, secondo modalità frequenti nella giallistica italiana: qui l’espediente narrativo permette di dipanare la vicenda in parallelo con le prime manifestazioni sismiche e di troncarlo, appena risolto il caso, a ridosso dell’eruzione del vulcano. Il libro si chiude con le due lettere di Plinio il Giovane a Tacito che raccontano l’eruzione, lasciando quindi in sospeso la sorte dei protagonisti.
Serie di Kaeso il pretoriano
Les mystères de Pompéi, 2008
Una new entry valida e interessante. Il protagonista è un giovane pretoriano che per il tradimento di un sottoposto è stato denunciato a Seiano, imprigionato e privato dei beni. Riottenuta la libertà (il come si scoprirà in seguito) è stato relegato a Pompei in qualità di centurione di una caserma disordinata e inefficiente. Mentre si dà da fare per riorganizzare allenamenti, prestigio militare e pulizia, si trova coinvolto in diversi omicidi di cui si palesa a poco a poco il risvolto politico, con una soluzione finale inattesa. Curioso il fatto che, a parte una leggera scossa di terremoto all’inizio del romanzo, il “tema di Pompei” non c’è, neanche come fosca premonizione: il luogo è scelto perché poco appetibile per un giovane ambizioso, e per la vicinanza con Capri, dove risiede Tiberio.
Meurtres sur le Palatin, 2009,
Nel secondo romanzo, Kaeso dopo la rovina di Seiano, è stato reintegrato nei pretoriani ed è tornato a Roma: qui si trova ad affrontare alcuni omicidi che sembrano seriali, connessi con giri di scommesse clandestine in cui è coinvolto il fratello del sottoposto che l’aveva tradito. Una vicenda particolarmente truculenta, con un finale del tutto inaspettato.
I diversi personaggi sono originali e simpatici: Kaeso è figlio di un nobile romano e di Hildr, guaritrice della temibile tribù germana dei Brutteri: lui stesso ha anche il nome familiare Wotan. La madre partecipa alla vicenda a vario titolo, assumendo in particolare la funzione “poliziesca” di medico legale: ma la responsabilità verso di lei, rimasta vedova e respinta dalla famiglia del marito, è anche un pesante fardello per Kaeso, che sogna avventure esotiche e gloriose perennemente rimandate. Rimandato è anche il matrimonio, benché Kaeso sia attratto dalla cugina Concordia, l’unico legame rimasto con la famiglia paterna, una ragazza pazzerella e avventurosa, appartenente al genere delle collaboratrici più o meno accettate dal detective maschio. Il rinvio del matrimonio ha per l’autrice il vantaggio di implicare Kaeso in brevi vicende erotiche (minutamente descritte). Decisamente originale è il coinvolgimento della famiglia imperiale: Kaeso era amico di Nerone, il primogenito di Germanico morto in prigionia; l’amicizia prosegue con Caligola, fratello minore di Nerone e unico sopravvissuto fra gli eredi dell’impero, che nei romanzi costituisce una curiosa e inedita spalla; inoltre incontriamo Claudio e sua madre Antonia, le sorelle adolescenti di Caligola, la cuginetta Lepida.Vivaci anche i personaggi minori, a partire da Io, femmina di leopardo che accompagna Kaeso come guardia del corpo.
L’Aphrodite profanée, 2011
Il terzo romanzo della serie è nel complesso sgradevole: un’accentuata sensualità, o piuttosto voyeurismo, rende pesanti e artificiosi situazioni e personaggi, spesso decisamente eccentrici. Si aggiunga che i personaggi già noti sono ormai fissi e a rischio quasi caricaturale: Claudio sempre più sciocco, Caligola sempre più accattivante, Concordia sempre più inutilmente in attesa di matrimonio, lo stesso Kaeso/Wotan sempre in lite coi superiori e in cerca di impossibili evasioni. L’unica novità è il matrimonio della madre con un capo germano (per cui quasi sparisce), ma invece di sentirsi libero il figlio ha inutili e poco spiegabili gelosie.
Peccato. Il plot è discreto: comprende due filoni che si intrecciano: un traffico di statue, che coinvolge bande di misteriosi assassini, e una serie di rapimenti, drammatici, amari come conclusioni, ma non privi di elementi comici (si avverte l’influenza di Pennac).
Pompeii – A tale of murder in ancient Rome, USA 2012
L’io narrante, un vecchio romano di nobilissima stirpe (discende dal suo omonimo più altre famose parentele- i Cornelii, i Claudii- e una specie di adozione nei Marcelli), scrive al giovane amico Appiano (lo storico greco) raccontandogli le sue avventure giovanili: il racconto è a puntate, intercalate da lettere in cui sono spiegati alcuni passaggi e particolari. Il primo romanzo è ambientato nel 62 d.C.: Marcello sta terminando il grand tour della maggiore età, in attesa di assumere un tribunato: passa per Pompei dove viene coinvolto in un assassinio, con conseguente ricerca di uno schiavo e di una misteriosa donna incinta. Giunto a Roma, è costretto a fuggire per una falsa accusa di parricidio, cui segue il ritorno a Pompei con una neonata a carico, un falso nome, un falso handicap, una falsa condizione servile; infine il terremoto, culti misterici fasulli e altro. In tutte queste vicende l’io narrante fa in realtà da spalla, una specie di Hastings particolarmente giovane e imbranato: il protagonista è il suo schiavo egiziano, Tay, che si finge il padrone, si introduce nella buona società pompeiana, si procura soldi, acquista un bordello e risolve il caso. Come poi Marcello riavrà nome e status risulterà nei libri successivi, ma già dalle lettere cornice è chiaro che si tratta di avventure giovanili superate. Romanzo lungo, un po’ prolisso, poco credibile, con personaggi sconcertanti. Molte citazioni, non sempre centrate.
Pompeii – A conspiracy among friends, USA-UK 2013
Collocato poco dopo il precedente (a breve è previsto il quarto anniversario della morte di Agrippina, quindi siamo nel 63) il romanzo mostra subito il limite della serie: essendo una storia raccontata a puntate nelle lettere ad Appiano, si esclude la possibilità di informare il lettore nuovo o distratto sugli eventi e i personaggi precedenti, cosa invece comune, con diversi espedienti, nei libri seriali. Appiano sa già tutto e ripetere sarebbe scortese. Così chi legge solo questo libro o chi non ha più freschissimo il precedente (si fa anche altro nella vita) resta all’oscuro: e l’elenco dei personaggi quasi peggiora le cose. La situazione in sé è talmente paradossale che capirla è già un problema: ci si chiede anche se ne vale la pena…Comunque: lo spunto del romanzo deriva da Ann. XIV, 17: nel 59, poco dopo la morte di Agrippina, una rissa fra pompeiani e nocerini al termine dei giochi gladiatori provoca la caduta di alcuni presunti responsabili e l’esclusione dei giochi per dieci anni. Su questo aneddoto tacitiano Colton costruisce quattro anni dopo una complicata rete di omicidi (uno certo, uno probabile) e presunti complotti, più volte esaminati, rivelati, contraddetti, da parte di un numeroso gruppo di persone, alcune d’invenzione, alcune storiche o presunte tali: difficile seguire, difficile ricordare nomi e persone, difficile anche capire perché Tay e Marcello dovrebbero interessarsene. Nel frattempo Marcello è diviso fra diversi amori, per lo più deludenti, mentre la sua reale condizione è continuamente a rischio di scoperta.
Come si capisce, non è un gran libro. Peraltro la situazione iniziale sarebbe interessante: Marcello si trova nell’atrio di una casa a restaurare una statua e vede passare sei persone dirette allo studio della persona che sarà trovata morta. Uno spunto di detection che va sostanzialmente perduto.
Pompeii – Hazard at Bay, USA-UK 2014
E’ il secondo dei tre romanzi editi nello stesso anno dal prolifico autore. Nei tre mesi successivi a A Conspiracy Tay diventa amico di Nerone, ne riceve grandi doni e ottiene che sia tolto il bando ai giochi del circo di Pompei; smaschera Helvius, il ricchissimo sacerdote di Venere, rischiando la vita. Marcello gli fa come sempre da spalla.
Pompeii – Pluto’s Maze, USA-UK 2014
Questo romanzo segue a breve distanza il precedente. Tay ottiene di divenire proprietario dei beni di Helvius, una casa grandiosa e un’ impresa di navigazione fluviale, entrambe desiderate da altri personaggi che cercano di farsele cedere per tutto il libro. Nel frattempo la vita prosegue come sempre, con ripetizioni piuttosto noiose (una quantità di routines mattutine, alzarsi, vestirsi con gli abiti scelti da Tay, mangiare pane e miele insieme al cane e al pavone, preghiere agli dèi…e poi daccapo: unica variatio la presenza o meno dell’amante, la prescelta fra le tre originarie); non aggiunge molto la presenza di un frivolo inviato imperiale, ospitato in casa col suo aiutante molto più attento e sospettoso. In effetti tutto il plot s’incentra su una delle prostitute, Sosia, contesa fra diversi amanti e poi trovata uccisa davanti all’altare degli dèi domestici. L’indagine porta a scoprire che era una ricattatrice: ma la scoperta finale del colpevole è connessa con un incendio che distrugge la casa di Tay e Marcello, in grado fortunatamente di recuperare il denaro che sembrava fosse perduto. Indagando su diverse vittime dei ricatti Tay riesce a risolvere felicemente un’antica situazione che coinvolge più persone. Anche Marcello risolve la sua situazione amorosa: chiuse definitivamente le vicende precedenti, inizia una storia con Gavia dopo averla salvata dall’incendio; invece i suoi tentativi di divenire autore di opere storiche vanno perduti.
Pompeii: Boudicca in the arena, USA-UK 2014
All’inizio di questo libro sono trascorsi altri nove mesi, senza eventi salvo la ricostruzione dell’arena per i giochi finalmente concessi e la ricostruzione in grande stile della casa di Tay e Marcello. Il rapporto con Gavia, finalmente un personaggio interessante, è reso difficile dalla memoria del marito morto tragicamente, ma rende appagato Marcello. Il rapporto con Tay è invece sempre più forzato: Marcello si comporta sempre meno da schiavo e la loro finzione è poco credibile; per contro l’autore insiste molto sull’amicizia che li lega, senza venature erotiche perché ognuno dei due ha scelte personali.
E’ evidente che il tema dei giochi del circo è il Leitmotiv intorno a cui ruotano la vicenda e l’intento descrittivo dell’autore: anche le lettere ad Appiano si riferiscono soprattutto al Colosseo. I primi giochi dopo il bando di Pompei sono organizzati da due candidati all’edilità e intendono culminare con il combattimento di una gladiatrice britanna, soprannominata Boudicca come l’antica regina. Pompei si riempie di Britanni e tre di essi muoiono in drammatiche circostanze, come pure un’altra gladiatrice: tutto sembra ruotare intorno a Boudicca, variamente contesa. Mentre iniziano i giochi attesi Gavia viene rapita e sarà ritrovata da Marcello dopo altre morti e catture nell’arena stessa. Poiché uno dei candidati si ritira Tay verrà eletto al suo posto: a quanto pare l’anagrafe censoria non era molto accurata.
Nel complesso il romanzo si fa leggere. Un piccola confusione di date: la morte di Agrippina è fatta risalire ora a cinque (correttamente) ora a dieci anni prima. Ma succede.
Defixiones – il mistero delle tavolette magiche, 2012
L’autrice racconta nella postfazione che il romanzo è nato dal lavoro per la tesi di laurea in epigrafia greca: per prepararla aveva studiato un gran numero di tavolette magiche e di formule di maledizione; inoltre gli studi di lettere classiche le hanno fornito testi poetici, conoscenze storiche e antiquarie e topoi letterari. La storia è ambientata a Pompei verso la fine dell’impero di Vespasiano: protagonisti una famiglia di imprenditori navali, dove vive come quasi-figlia una trovatella, e un presunto mago specialista in formule magiche, maledizioni e medicine, che ha allevato un trovatello come aiutante. L’ambientazione è quella della navigazione, resa pericolosa da tempeste e pirati, e quella delle corse di bighe e quadrighe, con rivalità al limite del delitto. S’intrecciano storie di vicini, vicende amorose concluse o a lieto fine, agnizioni, feste e spettacoli, e non manca, topos ineludibile per Pompei, la partecipazione di Plinio il Vecchio. La conclusione vede i protagonisti in fuga da Pompei per evitare il ritorno del presunto colpevole: si preannuncia, con un terremoto, la sorte futura della città.
L’interesse sta nel gran numero di testi di defixiones riportati in foto e tradotti, con note esplicative: è evidente che la storia è costruita intorno a questi.
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