1. Charles Burney (1726-1814): musicista, storiografo della musica e viaggiatore inglese. Fu autore, oltre che di due fondamentali diari di viaggio a carattere musicale, pubblicati tra il 1771 e il 1773, di una General History of Music in quattro volumi, pubblicata tra il 1776 e il 1789. Nel 1796 vide la luce il suo ultimo lavoro musicografico a stampa: Memoirs of the Life and Writing of the Abbate Metastasio.
2. Pietro Antonio Trapassi, nato a Roma nel 1698, fu avviato agli studi letterari dal tutore Gian Vincenzo Gravina (che ne grecizzò il cognome in Metastasio) dopo avere dato prova di eccezionali qualità di versificatore per così dire “naturale”. Nel 1729, dopo avere esordito come librettista a Napoli, fu invitato a Vienna per succedere al defunto poeta di corte Apostolo Zeno. Nella capitale asburgica, acquisendo fama letteraria internazionale e autorità di primo poeta europeo, rimase fino al 1782, anno in cui morì. Il corpo dei suoi libretti (drammi, oratori, feste teatrali…) conobbe quasi un migliaio di differenti versioni musicali nel secolo compreso tra il 1724 e il 1825: un primato toccato a nessun altro poeta.
3. Gian Vincenzo Gravina (1664-1718): giurista ed erudito romano. Dopo essersi preso a cuore le sorti del giovane Metastasio ed averlo avviato alla carriera ecclesiastica (il poeta fu ordinato nel 1714), lo lasciò erede di una cospicua parte delle proprie ricchezze. Ciò permise al beneficato di coronare senza preoccupazioni il sogno del proprio protettore. Metastasio divenne infatti poeta di corte, ovvero letterato professionista nei termini in cui tale ruolo era concepito nei secoli dell’ ancien régime.
4. cfr. Charles Burney, The Present State of Music in Germany, the Netherlands, and United Provinces, 1773 (trad. it. di E. Fubini, Viaggio musicale in Germania e Paesi Bassi, Torino, EDT 1986, pag. 88)
5. cfr. Silius Catius Italicus, Punica, XV, vv. 18-132. Non molto si conosce della vita di Silio Italico, poeta latino del I secolo d.C. Lo si ricorda per il poema in diciassette libri Punica, che ha come argomento la seconda guerra di Roma contro Cartagine. Portata alla luce nel 1417 da Poggio Bracciolini, quest’opera ebbe la sua editio princeps a Roma nel 1471. Notevoli le seguenti altre edizioni; Leida, Heinsius, 1600; Utrecht, Drackenborch, 1717; Milano, Malatesta, 1765; Lipsia, Ernesti, 1791/1792; Gottinga, Ruperti, 1795/98; Parigi, Nisard, 1878; Torino, Occioni, 1889; Lipsia, Bauer, 1890/1892; Londra, Summers, 1905.
6. Un’edizione settecentesca del libretto metastasiano conservata nella Biblioteca del Conservatorio “G. Verdi” di Milano si offre al lettore con il seguente frontespizio: IL SOGNO/ DI / SCIPIONE/ CANTATA / PER IL GIORNO NATALIZIO / DELL’AUGUSTISSIMO IMPERADORE / CARLO VI./ COMPOSTA / Dal Signore Abate Pietro Metastasio / Poeta di S.M.C.C. In seconda di copertina, vergata da ignoto, si legge la seguente didascalia manoscritta: “Il Sogno di Scipione. Azione teatrale allusiva alle sfortunate campagne delle Armi Austriache in Italia, rappresentata in Vienna la prima volta con musica del Predieri nel Palazzo dell’Imperatore e Favorita (d)alla presenza dei Sovrani il I ottobre 1735 per festeggiare il giorno di nascia dell’Imperatore Carlo VI per ordine dell’Imperatrice Elisabetta”.
7. Dopo la versione di Luca Antonio Predieri (1688-1767), Il sogno di Scipione fu posto in musica in almeno una dozzina di altre occasioni. Quello che segue è l’elenco delle riutilizzazioni del libretto di cui si ha notizia (e in diversi casi, la partitura):
1. Giovanni Porta (titolo: Der Traum des Scipio), Monaco 1744;
2. Christoph Nichelmann, Berlino 1752;
3. Gregorio Sciroli, Napoli 1752;
4. Giuseppe Mir de Llusa, Madrid 1753;
5. Giuseppe Sarti, Copenhagen 1755;
6. Georg Reuter, Vienna 1757;
7. Johann Adolg Hasse, Varsavia 1758 (perduta o forse mai composta);
8. Giuseppe Bonno, Vienna 1763 (probabilmente mai rappresentata);
9. Gerolamo Mango, Eichstädt 1764;
10. Francesco Uttini, Stoccolma 1764;
11. Andrea Bernasconi, Monaco 1765;
12. Saverio dos Santos, Lisbona 1768;
13. Wolfgang Amadeus Mozart, Salisburgo 1772.
8. E’ possibile imbattersi in rime baciate (e in rime tout court) anche in altri punti del recitativo, oltre che in corrispondenza del suo distico finale. L’effetto di iterazione fonica prodotto dalla desinenza “in eco” (ovvero dalla rima) si offre però con maggiore evidenza laddove la sua funzione è segnaletica rispetto al sopraggiungere della gemma musicale dell’aria.
9. L’osservazione non è oziosa se si considera la cura di Metastasio nel corredare abitualmente i propri drammi di didascalie precise e minuziose.
10. Memorabilità, in questo caso, significa anche reperibilità testi. La partitura del Sogno di Scipione nella versione di Mozart è regolarmente in commercio (cfr. Bibliografia conclusiva) e consultabile in più d’una biblioteca musicale. Da qualche anno ne esiste anche una registrazione in disco, che qui si segnale: Mozart, Il sogno di Scipione, Complete Mozart Edition, vol. 31, Philips 422 531-2 (doppio cd, 1991; registrazione originale su lp, 1980).
11. Il manoscritto autografo del Sogno di Scipione è conservato a Berlino.
12. La prima versione dell’aria della Licenza (in partitura, n. 11a) ha un’estensione di 97 battute; l’orchestra di accompagnamento comprende due flauti traversi, due corni e archi.
13. La seconda versione dell’aria della Licenza (in partitura, n. 11b) ha un’estensione di 146 battute; l’orchestra di accompagnamento comprende due oboi, due corni e archi. Come la precedente è scritta per voce di soprano.
14. Se ne riporta una breve rassegna: “Opera in cui risuonano accordi convenzionali e privi di ispirazione” (Edward J. Dent, 1913); “A questa vicenda ultraterrena Mozart si intertessò, evidentemente, tanto poco quanto potremmo farlo noi moderni” (Hermann Abert, 1919); “Di tutti i suoi saggi teatrali, questo lavoro appare il più fiacco e il meno vitale” (Bernhard Paumgartner, 1945); “Insignificante lavoro di circostanza” (Massimo Mila, 1945); “Il sogno di Scipione è una delle creazioni più mediocri uscite dalla penna del poeta della Corte imperiale… Per Mozart musicare questa mediocrità fu lavoro di semplice routine” (Alfred Einstein, 1946); “Partitura deludente ad apertura di pagina” (Charles Osborne, 1978); “nulla più di un lavoro occasionale” (Giovanni Carli Ballola e Roberto Parenti, 1990).
15. Allegro moderato / Andante; estensione: 135 + 68 battute; organico orchestrale: due flauti, due oboi, due corni, due trombe, timpani e archi.
16. Nessuna prescrizione agogica; estensione: 59 battute; orchestra d’accompagnamento: due oboi, due corni, due trombe, timpani e archi.
17. Nessuna prescrizione agogica; estensione: 155 battute; orchestra d’accompagnamento: due corni e archi. La parte di Publio (come del resto quella di Emilio) è scritta per voce di tenore.
18. Andante; estensione: 189 battute; orchestra d’accompagnamento: due oboi, due corni e archi. La parte di Scipione è scritta per voce di tenore.
19. Un poco Adagio e Maestoso / Allegro; estensione: 170 battute; orchestra d’accompagnamento: due oboi, due corni, archi.
20. Allegro; estensione: 194 battute; orchestra d’accompagnamento: due oboi, due corni, due trombe e archi. La parte della Fortuna è scritta per voce di soprano.
21. Nessuna prescrizione agogica; estensione: 140 battute; orchestra d’accompagnamento: archi.
22. Nessuna prescrizione agogica; estensione: 203 battute; orchestra d’accompagnamento: archi. La parte della Costanza è scritta per voce di soprano.
23. Nessuna prescrizione agogica; estensione: 206 battute; orchestra d’accompagnamento: due oboi, due corni e archi.
24. L’istromentato è un tipo di recitativo che evidenzia la propria specificità strutturale solo in fase di stesura e pentagramma. Pur conservando i caratteri poetici e lo stile vocale dell’omonimo modello semplice (detto anche recitativo secco), si vale infatti di un accompagnamento orchestrale piegato a vividi effetti “espressionistici”.
Note + Cicerone, Metastasio, Mozart: il Sogno di Scipione
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