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Rosario Magrì

by Mariapina Dragonetti

La serie di Claudio Galeno
La serie di Ponzio Epafrodito

di Giulia Regoliosi


Lo scrittore italiano, neurologo e primario in un ospedale milanese, ha creato due miniserie intrecciate fra loro, dalla complessa vicenda editoriale. Inizialmente una serie dedicata al medico greco Claudio Galeno: il primo libro, Il medico delle isole (1982/1993/2002) riguarda la giovinezza, il secondo, che recensiamo, la vecchiaia. Titolo originario del secondo era La statua d’oro (1984/1993), ma è stato ripubblicato con un titolo diverso, secondo uno spiacevole uso editoriale già notato in altre serie.

Il medico dell’imperatore, II libro della vita di Claudio Galeno, ed. Ares, 2004

Il medico è l’io narrante, ma c’è anche un secondo autore, un giovane discepolo, cui è riservata la conclusione. In questo secondo libro le vicende dell’anziano medico, favorito di Settimio Severo ma bramoso di ritornare a morire in patria, s’intrecciano con delitti che hanno luogo ad Ostia, dove Galeno è bloccato in attesa di ottenere il permesso di salpare. La detection è divisa fra Galeno e il capo dei vigili di Ostia, Ponzio Epafrodito: per entrambi la soluzione finale sarà un’amara sconfitta. Piuttosto confuso per l’assenza di un vero protagonista e quindi di un’unità d’azione, il libro risente di vari modelli, dal tenente Colombo ai libri di Sciascia.
Successivamente Ponzio Epafrodito diviene unico protagonista di una nuova miniserie: disordinato nel vestire e privo di ambizioni, riecheggia molti protagonisti di gialli e fiction. Il primo libro della serie è Il sale in bocca (1990), il secondo è questo che recensiamo:

Indagine sulla morte di uno schiavo, 1991

Nel porto di Ostia viene trovato il cadavere di un giovane egiziano, fuggito dal proprietario di un magazzino che lo teneva come schiavo: la morte è stata provocata da una lima infissa nel collo. Epafrodito scopre che il giovane era giunto dall’Egitto al seguito del prefetto Curzio Rufo, scomparso in mare durante il viaggio che doveva portarlo a Roma ad accusare di malversazioni i responsabili del trasporto del grano. La sparizione di documenti da presentare al processo hanno provocato la condanna postuma dello stesso prefetto e l’impossibilità di far valere la sua intenzione di dichiarare il giovane compagno di viaggio figlio ed erede: quest’ultimo fatto è reso più grave dalla morte del giovane e dall’esistenza di un grosso patrimonio rimasto in deposito in Egitto. Mentre la complice della sua evasione viene trovata uccisa nello stesso modo, una giovane prostituta decide di lottare per vendicare il morto che amava. In un intreccio di personaggi distribuiti fra Ostia e Roma, Epafrodito riesce a scoprire i colpevoli, far condannare personaggi di grande rilievo politico e assicurare alla ragazza il denaro dell’eredità. Decisamente più ottimista sulla giustizia rispetto al romanzo recensito in precedenza, il libro risulta confuso in troppi passaggi, un po’ esagerato nella caratterizzazione dei personaggi e un pochino noioso.